Rosalia: M’aia pigghiari a patente.
Mimì: A patente di bottana?
Rosalia: No a patenti da scuola guida! …
“Mimì metallurgico ferito nell’onore” storia di un operaio comunista d.o.c di Catania, Carmelo Mardocheo detto Mimì, perde il posto di lavoro perché non accetta di dare il suo voto ad un mafioso del luogo.
Quindi è costretto ad allontanarsi lasciando città e moglie, emigra e trova lavoro a Torino, qui diventerà “metallurgico e civilizzato”, vivrà un’altra vita e s’innamorerà di una sottoproletaria, Fiore (Mariangela Melato).
Ritrasferitosi a Catania, scopre che la moglie lo ha tradito con un brigadiere già padre di CINQUE figli che poi viene assassinato dalla mafia.
Incolpato e condannato, Mimì sconta la pena e all’uscita di prigione trova ben
👉 otto bambini,
👉 sua moglie (attrice Agostina Belli)
👉 Fiore l’amante del nord (che lui ama davvero).
Per poter mantenere moglie, amante e figli vari, Mimì sarà costretto ad accettare
😭 le ferite al suo onore
😱 a fare il galoppino di un boss locale.
Ieri come oggi, oggi come ieri? Amore, tradimento, famiglia allargata, ricerca di lavoro o di opportunità, criminalità, emigrazione, convinzione politica, l’onore, (che spesso si vende si svende o ci procura guai), la dignità che è di pochi e che a volte si mette da parte per scelta o costrizione, i litigi, proprio un bel realistico mix nella sceneggiatura della Wertmüller!
Ironica e tragica storia di vita e non così rara. Un metallurgo, che alla fine, pur avendo assaporato l’aria del continente come molti altri emigrati, subisce il richiamo alle sue radici e luoghi e nonostante tutto deve sottostare a determinati diktat diciamo “di vita”.
Film del 1972 (io nascevo solictre anni prima – regia Lina Wertmüller; Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Agostina Belli, Turi Ferro.
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